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Risultati Prove INVALSI 2019: risultati molto bassi quasi ovunque

lentepubblica.it • 10 Luglio 2019

risultati-prove-invalsi-2019Risultati Prove INVALSI 2019: presentato oggi alla Camera dei deputati il rapporto Invalsi 2019. Risultati molto bassi e note poco incoraggianti in molte materie. Ecco un resoconto.


Risultati Prove INVALSI 2019. In alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) si osserva un maggior numero di studenti delle scuole superiori con risultati molto bassi, soprattutto in Matematica e Inglese.

A livello nazionale, coloro che raggiungono risultati molto bassi in Italiano sono circa il 13% del totale, ma tale quota supera il 20% in Campania, Basilicata e Sicilia, per arrivare al 25% in Calabria. È quanto emerge dal rapporto Invalsi 2019 presentato oggi alla Camera dei deputati.

Nella prova di lettura (reading) il 51,8% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2 (Upper intermediate) del Quadro comune di riferimento per la conoscenza delle lingue (Qcer). Invece il 10,6% non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza molto basso dopo 13 anni di scuola.

In Calabria, Sicilia e Sardegna la percentuale degli allievi che raggiungono il B2 scende, rispettivamente, al 31,0%, al 34,8% e al 34,1%. Ancora più forte il divario rispetto al dato nazionale nella percentuale di allievi con risultati molto bassi.

Infatti le percentuali di quelli che non raggiungono il B1 sono:

  • Calabria 21,7%,
  • Sicilia 18,2%
  • e Sardegna 20,0%.

Nella prova di ascolto (listening) solo il 35% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2 (traguardo previsto alla fine della scuola secondaria di secondo grado). Invece, il 25,2%, cioè uno studente su quattro, non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza basso dopo 13 anni di scuola.

In Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna la percentuale degli studenti che raggiungono il B2 scende, rispettivamente, al 19,9%, al 14,6%, al 14,8% e al 20,7%, a fronte del 49,3% del Veneto. Ancora più forte il divario rispetto al dato nazionale della percentuale di allievi con risultati molto bassi (non raggiunge il B1).

Infatti le percentuali di allievi che non raggiungono il B1 sono: Campania 41,7%, Calabria 47,7%, Sicilia 46,7% e Sardegna 40,8%, a fronte del 10,9% del Veneto. Si osserva una considerevole differenza tra gli esiti della prova di lettura (reading) e quelli della prova di ascolto (listening).

Tali esiti fanno pensare alla prevalenza di una didattica maggiormente legata alla frequentazione dei testi scritti. Con l’eccezione delle province autonome e del Friuli-Venezia Giulia, la percentuale di studenti al livello B1 del Qcer non si differenzia molto nelle diverse aree del Paese. Grandi differenze si osservano invece nelle percentuali degli allievi che non raggiungono il B1 o di quelli che raggiungono il B2 (traguardo previsto per tutti gli indirizzi di studio dalle Indicazioni nazionali/Linee Guida).

PRIMARIA: MALE IL SUD IN MATEMATICA, MIGLIORA IN INGLESE. L’88% NEL V ANNO RAGGIUNGE LIVELLI A1 DEL QCER

I risultati della scuola primaria delle prove Invalsi 2019 sono simili in tutte le regioni e difficilmente emergono differenze significative. In particolare, i risultati di Italiano al termine del secondo anno della primaria, sono molto simili in tutto il Paese.

Per Matematica, invece, si riscontrano valori più bassi della media nazionale in alcune regioni del Mezzogiorno (Campania e Sardegna), tendenza che diviene più evidente nei gradi scolastici successivi.  In V primaria aumentano le differenze dei risultati medi con una polarizzazione degli esiti tra le regioni centro-settentrionali e quelle del Mezzogiorno.

In alcune regioni del Sud (in particolare Campania, Calabria, Sicilia) si osserva un numero elevato di studenti con livelli di risultati molto bassi, soprattutto. Buoni i risultati relativi all’Inglese. L’88,3% degli allievi della V primaria raggiunge il prescritto livello A1 del Qcer (Quadro comune di riferimento per la conoscenza delle lingue) nella prova di lettura (reading) e l’84,% di allievi il prescritto livello A1 del Qcer nella prova di ascolto (listening).

Al Nord e al Centro gli studenti che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 90%, mentre al Sud circa l’85%.

Per il listening, invece, coloro che si collocano al livello A1 sono circa l’87% al Nord e al Centro, mentre circa il 78% al Sud. Rispetto al 2018 si riscontra un miglioramento soprattutto nella prova di ascolto (listening) della V primaria, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno.

Probabilmente l’introduzione delle prove d’Inglese al termine del ciclo primario ha favorito una maggiore attenzione verso l’ascolto (listening) rispetto a quanto avveniva nel passato. Già a partire dal ciclo primario, in Italiano, in Inglese e ancora di più in Matematica si riscontra una differenza dei risultati tra scuole e tra classi nelle regioni meridionali.

Ciò significa che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.

BUSSETTI: GAP NORD-SUD? OPPORTUNITÀ DA REGIONALIZZAZIONE

“Questo gap non è così enorme. È un gap che parte dalla scuola primaria e va ad aumentare. Bisogna intervenire alla radice del problema e il fatto che noi abbiamo potenziato il tempo pieno può essere un elemento che consentirà di diminuire questo gap. È importante dare da questo punto di vista delle opportunità e l’autonomia è un’opportunità, però va definita è messa a punto nel dettaglio”.

Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, a margine della presentazione del rapporto Invalsi 2019, rispondendo a chi gli chiedeva se il gap emerso dal rapporto stesso tra Nord e Sud non rischiasse di aumentare con l’introduzione dell’autonomia scolastica regionale, allo studio in queste settimane da parte dell’Esecutivo.

“Finalmente- ha aggiunto– ci si rende conto che tutta la scuola funziona quando tutte le agenzie formative collaborano insieme agli enti. Quindi quello che lanciamo noi è un messaggio di ulteriore miglioramento di questa sinergia tra istituzioni scolastiche e territorio. Questo è quello che pensiamo visti anche i risultati Invalsi”.

Prossimi step del Governo sull’autonomia?

“Domani- ha concluso il ministro– avremo un altro incontro”.

Fonte: DIRE Giovani (www.diregiovani.it)
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